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Antonio Maraini (Roma 1886 - Firenze 1963) MADONNA COL BAMBINO scultura in gesso patinato terracotta, cm 110x74 Bibliografia F. Bardazzi, Antonio Maraini Scultore, Firenze 1984, pagg. 11, 12, 59 Nel 1920, costruendo la Maternit├á, sul brano della Madonna del Presepio, il Maraini ricompone le forti sintesi e le abbreviazioni di quelle figurine di santi e pastori entro ritmi pi├╣ misurati. Una fotografia che risale agli anni ÔÇÿ20 ci aiuta a capire quale sentimento gli avesse ispirato questÔÇÖopera, che il Maraini volle inserita su una delle pareti esterne di Torri di Sopra, la sua casa fiorentina in cui visse dalla met├á dagli anni ÔÇÿ20, emblema della pace e degli affetti familiari, nobilitato dal ricordo di un tabernacolo quattrocentesco, al quale allude la struttura architettonica del bassorilievo. Nel tono rude, ma ricco di sostanza umana della Maternit├á, il Maraini giocava su uno degli aspetti che pi├╣ lo affascinavano dellÔÇÖarte fiorentina di quel periodo, cio├¿, lÔÇÖintervento della mano capace dellÔÇÖuomo, nel creare una citt├á ÔÇ£tutta scolpita nel macigno dei suoi colli, come una gigantesca opera dÔÇÖarte, ora grezza e ora cesellataÔÇØ. Emilio Cecchi esalta, la Maternit├á di Antonio collegandola alla ÔÇ£lezione della nostra rinascenza, diciamo pi├╣ popolare e familiareÔÇØ: in tal modo anchÔÇÖegli pone in luce il carattere quattrocentesco di questa scultura, filtrato esercizio del Maraini sulle opere tarde di Jacopo della Quercia, uno degli artisti rinascimentali pi├╣ amati nel giro fiorentino e assurto oramai, nei termini del tempo, al ruolo pi├╣ comune. Fra gli altri, Ugo Ojetti, che possedeva un bassorilievo di Jacopo, la Madonna del Cardinale Casini, ne sottolineava la volont├á di parlar poco, lento e netto, la scelta della sintesi, delle forme e, in generale, la critica contemporanea vedeva in lui lÔÇÖesponente primo di quella linea pi├╣ semplice e rude del rinascimento toscano che, meglio di ogni altra, sembrava incarnare le esigenze di allora, definite nei termini di sobriet├á, semplificazione dei piani, sintesi dei volumi. Proprio queste qualit├á si richiedevano agli artisti del tempo, a proposito dei quali ci si esprimeva con un linguaggio analogo e a cui si attribuiva, come somma lode il riferimento a Jacopo della Quercia. Cos├¼ Ojetti citava Jacopo, parlando di Andreotti, mentre il Maraini apprezzava ÔÇ£la solidit├á di un buon senso quasi contadinoÔÇØ di C├®zanne, altro lume al quale ci si appellavacontinuamente. La sottigliezza del Maraini, sta quindi nellÔÇÖaver operato in quel bassorilievo una sovrapposizione di piani, innestando lo stile di uno scultore, del quale era in corso un revival, su un tipo di plastica moderna, indicata anchÔÇÖessa come quercesca. Da F. Bardazzi, Antonio Maraini Scultore, op. cit
Antonio Maraini (Roma 1886 - Firenze 1963) MADONNA COL BAMBINO scultura in gesso patinato terracotta, cm 110x74 Bibliografia F. Bardazzi, Antonio Maraini Scultore, Firenze 1984, pagg. 11, 12, 59 Nel 1920, costruendo la Maternit├á, sul brano della Madonna del Presepio, il Maraini ricompone le forti sintesi e le abbreviazioni di quelle figurine di santi e pastori entro ritmi pi├╣ misurati. Una fotografia che risale agli anni ÔÇÿ20 ci aiuta a capire quale sentimento gli avesse ispirato questÔÇÖopera, che il Maraini volle inserita su una delle pareti esterne di Torri di Sopra, la sua casa fiorentina in cui visse dalla met├á dagli anni ÔÇÿ20, emblema della pace e degli affetti familiari, nobilitato dal ricordo di un tabernacolo quattrocentesco, al quale allude la struttura architettonica del bassorilievo. Nel tono rude, ma ricco di sostanza umana della Maternit├á, il Maraini giocava su uno degli aspetti che pi├╣ lo affascinavano dellÔÇÖarte fiorentina di quel periodo, cio├¿, lÔÇÖintervento della mano capace dellÔÇÖuomo, nel creare una citt├á ÔÇ£tutta scolpita nel macigno dei suoi colli, come una gigantesca opera dÔÇÖarte, ora grezza e ora cesellataÔÇØ. Emilio Cecchi esalta, la Maternit├á di Antonio collegandola alla ÔÇ£lezione della nostra rinascenza, diciamo pi├╣ popolare e familiareÔÇØ: in tal modo anchÔÇÖegli pone in luce il carattere quattrocentesco di questa scultura, filtrato esercizio del Maraini sulle opere tarde di Jacopo della Quercia, uno degli artisti rinascimentali pi├╣ amati nel giro fiorentino e assurto oramai, nei termini del tempo, al ruolo pi├╣ comune. Fra gli altri, Ugo Ojetti, che possedeva un bassorilievo di Jacopo, la Madonna del Cardinale Casini, ne sottolineava la volont├á di parlar poco, lento e netto, la scelta della sintesi, delle forme e, in generale, la critica contemporanea vedeva in lui lÔÇÖesponente primo di quella linea pi├╣ semplice e rude del rinascimento toscano che, meglio di ogni altra, sembrava incarnare le esigenze di allora, definite nei termini di sobriet├á, semplificazione dei piani, sintesi dei volumi. Proprio queste qualit├á si richiedevano agli artisti del tempo, a proposito dei quali ci si esprimeva con un linguaggio analogo e a cui si attribuiva, come somma lode il riferimento a Jacopo della Quercia. Cos├¼ Ojetti citava Jacopo, parlando di Andreotti, mentre il Maraini apprezzava ÔÇ£la solidit├á di un buon senso quasi contadinoÔÇØ di C├®zanne, altro lume al quale ci si appellavacontinuamente. La sottigliezza del Maraini, sta quindi nellÔÇÖaver operato in quel bassorilievo una sovrapposizione di piani, innestando lo stile di uno scultore, del quale era in corso un revival, su un tipo di plastica moderna, indicata anchÔÇÖessa come quercesca. Da F. Bardazzi, Antonio Maraini Scultore, op. cit